IL NOSTRO “PRIMO” MAGGIO

IL NOSTRO “PRIMO” MAGGIO

Le lavoratrici ed i lavoratori addetti ai Servizi e Manutenzione stradale delle strade provinciali, vogliono dare il loro contributo a questo Primo Maggio. Oggi ci troviamo a trascorrere un Primo Maggio particolare, in un momento storico dettato da uno stato d’emergenza con le restrizioni e divieto di ogni manifestazione ed agibilità politica, per partecipare a questa ricorrenza ( ricorrenza e non festa ) per contenere il rischio della diffusione contagiosa del Covid 19.

Lo abbiamo definito il nostro “Primo Maggio” perché, allo stato attuale, gli oltre 800 operari ed operaie impiegati nelle attività lavorative sulle strade provinciali della Regione Campania, sono gli ex precari Bros, i quali, dopo un a lunga ed annosa lotta, risaltata ed evidenziata dalle cronache politiche nazionali e locali, sono riusciti nella risoluzione vertenziale nell’ottenere le assunzioni all’interno di aziende private in appalto con l’ Ente della Regione Campania, con contratto a tempo indeterminato.

Negli anni addietro abbiamo sempre attraversato il Primo Maggio partecipando ai cortei dei Confederali (Cgil Cisl Uil ) con voce critica e di dissenso nel denunciare la complicità dei confederali stessi alle scelte scellerate di politiche economiche ed occupazionali che hanno precarizzato e peggiorato sempre più e condizioni dei lavoratori, sia in termini salariali che di sicurezza. Lo abbiamo attraversato, allo stesso modo, in maniera unitaria e solidale con il sindacalismo di base e conflittuale, con le realtà antagoniste, internazionaliste.

Oggi, nelle circostanze attuai e già evidenziate dal momento storico, ci troviamo in una condizione di lavoratori salariati e dunque all’ interno del sistema produttivo dove maggior è la coscienza acquisita delle contraddizioni che muove il mercato del lavoro ed i suoi circuiti. Ci ritroviamo ogni giorno, ancor di più in questa fase critica, a fare i conti con le condizioni di sicurezza ed il rischio, dove oggi sono al centro dell’attenzione mediatica delle cronache, per i lavoratori e le lavoratrici colpiti dal covid 19 e le conseguenze riportate tra contagiati e morti. Sappiamo bene che la questione sicurezza sui luoghi di lavoro è stata una battaglia centrale nelle lotte operaie degli ultimi anni, dove ogni giorno si contano più morti che in una guerra ( morti non solo di corona virus)

Come lavoratori ci troviamo a fronteggiare uno Stato d’eccezione o di emergenza, le ordinanze decretate dalla presidenza del consiglio, le quali restringono e limitano ( nel nome della “salvaguardia” della salute ) la mobilità individuale e collettiva, l’agibilità sindacale e politica al’interno delle aziende e non solo ( come abbiamo assistito alle cariche, denunce e sanzioni amministrativi ai tanti attivisti ed attiviste della Brigata della spesa solidale, a Napoli ed altre città d’Italia ). Ciò sicuramente rende più farraginosa e difficile le attività sindacali sui e nei luoghi di lavoro, ma anche all’interno delle nostre federazioni d’appartenenza .

In questa fase d’emergenza come lavoratrici e lavoratori, dobbiamo porre l’attenzione nel rivendicare in maniera prioritaria, migliori condizioni di sicurezza e misure di prevenzione al rischio contagio, misure preventive non limitanti alle libertà individuali, collettive e di circolazione.

Porre l’attenzione e farci trovare pronti sul terreno conflittuale, se questo momento di Stato d’eccezione diventasse uno Stato ordinario per mantenere in piedi un sistema restrittivo che limiti la libertà di associazione, il diritto a manifestare e di rivendicazione, Porre l’attenzione affinchè questo Stato d’emergenza, dove avrà sicuramente una conseguenza di crisi economica e sociale, non diventi la causa di nuovi licenziamenti, tagli ai servizi, ai salari e peggioramento di condizioni lavorative e di salari.

Il nostro Primo Maggio è una ricorrenza e non una festa, nel ricordare e commemorare i tanti e le tante lavoratrici e lavoratori morti e sacrificati sull’altare del profitto

 

USB-Lavoro Privato- Servizi e Manutenzione strade provinciali