Martedi 25 Novembre Presidio ore 9.00 fuori al Tribunale Piazzale Cenni Poggioreale” Udienza Preliminare per 35 disoccupati accusati di “Associazione a Deliquere”

Ma quale Associazione a Delinquere?

Le vittime autentiche sono i disoccupati del Progetto BROS.

Oggi si discute, presso il Tribunale di Napoli, se la sacrosanta lotta ed organizzazione dei disoccupati napoletani sia da considerare una Associazione a Delinquere.

E’ questa, infatti, l’infamante e vergognosa accusa che la Procura della Repubblica napoletana muove contro alcune decine di disoccupati, appartenenti ai vari movimenti di lotta per il lavoro, i quali, negli anni precedenti, hanno avuto il coraggio e la determinazione di rompere con la passività individuale, di fronte al perdurare della disoccupazione e della precarietà, e di scegliere di organizzarsi liberamente per rivendicare un posto di lavoro ed il diritto ad una vita degna.

Questa è stata la molla che ha prodotto per decenni i movimenti di lotta, a Napoli come altrove, non solo dei disoccupati ma su tutto l’arco delle questioni sociali.

Certo i movimenti di lotta hanno dato vita a scioperi, a cortei, ad occupazioni e, spesso, hanno pagato in termini di denunce e di arresti specie quando la protesta dei disoccupati si è dovuta scontrare con il muro di gomma e l’arroganza delle Istituzioni. Tutto ciò, però, si è sempre svolto alla luce del sole, a viso aperto ed esponendo pubblicamente le proprie rivendicazioni sociali.

Per la Procura della Repubblica, invece, questa attività (sancita tra l’altro dalla Costituzione Italiana) si configurerebbe come una fantomatica Associazione a Delinquere che andrebbe criminalizzata e repressa.

La nostra ipotesi, invece, è che questa accusa sia un tentativo per coprire il vuoto politico e progettuale delle Istituzioni – specificatamente dell’Amministrazione Regionale della Campania e dell’ineffabile Assessore al Lavoro, Severino Nappi – il quale, anche disponendo di significative ed accertate risorse economiche, non ha prodotto nessun posto di lavoro aggiuntivo.

Anzi l’Assessore al Lavoro, Severino Nappi, per motivi di concorrenza e di competizione politica che non interessano direttamente i disoccupati, ha affossato il Progetto BROS condannando alla miseria migliaia di famiglie di Napoli e provincia e vanificando le risorse economiche ed umane precedentemente impegnate.

Non è un caso che, in questi giorni a Roma, alla presentazione pubblica di un libro scritto da Nappi risultano, paradossalmente con un significato pratico inquietante, tra i relatori al dibattito, uno dei pubblici ministeri che inquisiscono i disoccupati e l’ex questore di Napoli i quali, notoriamente, non sono esperti di politiche del lavoro.

E’ evidente – dunque – che contro i Precari BROS si è imbastito un processo politico per distruggere questa esperienza di lotta collettiva. Un processo che vuole essere un monito, oggi per i disoccupati e domani, eventualmente, per chiunque avverte la necessità di mobilitarsi in difesa di un diritto sociale calpestato o negato.

Contro tutto ciò occorre schierarsi per smontare politicamente e giuridicamente questo pasticcio inquisitorio orchestrato dalla Procura della Repubblica partenopea.

Chiunque ha a cuore la libertà e la difesa dello stato di diritto dee difendere i disoccupati inquisiti e reclamare Verità e Giustizia per i Precari BROS.

MOVIMENTO DI LOTTA PRECARI BROS NAPOLI E PROVINCIA