Occupazioni partenopee

Occupazioni partenopee A Napoli, i movimenti dei disoccupati collaborano con Asl e Università. Sono stati proprio i movimenti dei “senza lavoro” a fondare tre degli otto centri sociali partenopei. – See more at: http://magazine.terre.it/notizie/rubrica/1/articolo/1092/occupazioni-partenopee#sthash.1RqzKr9G.dpuf

Curre, curre guagliò” è stato lo slogan delle prime occupazioni a Napoli negli anni Novanta. I militanti l’hanno preso in prestito da una celebre canzone dei 99Posse, diventata colonna sonora del film “Sud” di Gabriele Salvatores, in cui si racconta la storia di quattro disoccupati che occupano per protesta un
seggio elettorale di un piccolo paese nel meridione. E a Napoli sono stati proprio i movimenti dei “senza lavoro” a fondare tre degli otto centri sociali partenopei. Nati negli anni ’70 sotto la guida del Pci napoletano o dei gruppi extraparlamentari di destra e di sinistra, i movimenti dei disoccupati, dopo anni di cortei e proteste, hanno deciso di cambiare strategia e hanno iniziato le occupazioni.

Nel 1991, un gruppo di disoccupati e di studenti universitari ha aperto l’Officina 99. Nel 2003, il Coordinamento di lotta per il lavoro, si è insediato in un vecchio stabile di proprietà del Comune in via Rossarol, dedicando il centro sociale a Carlo Giuliani, il giovane ucciso nel 2001 durante le manifestazioni del G8 di Genova. “Il nostro centro non è solo la sede del movimento di lotta -spiega Luigi Monteleone, leader del centro sociale Carlo Giuliani-: ci organizziamo diverse attività, tra cui la scolarizzazione dei nostri militanti con dei corsi per conseguire la licenza media e lo sportello di supporto e di informazione per gli immigrati. Ogni anno poi prepariamo il carnevale per i bambini del quartiere”. A pochi metri di distanza, in via Grande archivio, zona Decumani, si trova il centro sociale Banchi nuovi, fondato nel 2008, dall’omonimo movimento di disoccupati.

Lo stabile è una grande struttura inutilizzata della ex Onmi (Opera nazionale maternità e infanzia, ndr). Durante le proteste contro il decreto Gelmini, nelle sue stanze sono state ospitate lezioni di economia, storie e filosofia politica, trasformando il centro sociale in una succursale de “L’orientale”. “Sono arrivati  i docenti dell’università e hanno tenuto i loro corsi -raccontano i leader, Luigi “Chicco” Volpe e Salvatore Annuale-. L’obiettivo era quello di portare l’ateneo nelle realtà di lotta. Qui però sono attivi anche un corso di fotografia e un progetto di raccolta differenziata con i residenti del quartiere”.

Il panorama “autogestito” sulla scena partenopea non finisce qui. Da una costola di Officina 99 sono nati altri due centri sociali. Il Laboratorio occupato Ska, che si trova a due passi da piazza del Gesù ed è riferimento per gli studenti universitari, mentre al parco di Capodimonte (nord di Napoli) un gruppo di
militanti ha fondato nel 2003 l’Insurgencia. “Oggi lottiamo contro l’apertura della discarica di Chiaiano -sottolinea Antonio Musella di Insurgencia-, ma abbiamo anche un internet point gratuito, una camera oscura per lo sviluppo delle foto, una libreria e, infine, uno sportello sulle dipendenze in collaborazione
con l’Asl Napoli 1
”.

TESTO: Giuseppe Manzo

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